Io sono erica e questa è chissenefrega, la newsletter di spunti settimanali di cui potrebbe potenzialmente non fregarti niente.
Forse ti sarai accort* che per un paio di sabati chissenefrega è stato messo in stand-by. E mi dispiace. Nelle ultime settimane — da quando tutto sembra di nuovo quasi nomale — il mondo ha ricominciato a girare fortissimo. E io sono della politica che piuttosto che fare le cose male, non le faccio. Questa breve premessa è per ringraziarti di continuare a seguire questa newsletter e per introdurti all’argomento della settimana: la perseveranza.
art di David Shrigley
Creatività, incidenti di percorso e resilienza
Partiamo subito dal principio: il fallimento fa schifo, ma istruisce (non l’ho detto io, ma David Kelley, sia chiaro). Ma nell'esperienza collettiva una delle cose più spaventose è la paura di fallire. Può manifestarsi in più sfumature: quella di essere giudicati, di ricominciare o dell’ignoto. Allo stesso tempo, pare che le migliori storie di successo spesso comincino con un fallimento, quindi non c’è troppo da preoccuparsi. La paura ci trattiene dall’imparare nuove abilità, dal correre il rischio e dall'affrontare nuove sfide.
C’è chi divide il mondo tra chi è creativo e chi no e, per molti, la tendenza è quella di auto-etichettarsi come non creativi, il che deriva dalla paura di essere giudicati. Così come il perfezionismo, a pensarci bene. Tornando alla definizione di identità non creativa, spesso parte da un trauma — la famosa "ferita creativa" — ovvero un incidente specifico in cui ci è dato detto che non eravamo abbastanza talentuosi per essere un artista, un musicista o uno scrittore.
La verità è che bisognerebbe fallire il prima possibile: per massimizzare il tempo di apprendimento che ne consegue e spazzare via la paura. Aiuta a credere nelle proprie capacità di creare un cambiamento positivo, dandoci coraggio di agire. Creare fiducia attraverso l’esperienza incoraggia più azioni creative nel futuro, che accelerano di conseguenza la fiducia.
Avere un database di esperienze — e quindi fare un bilancio di fallimenti e delle vittorie, a più livelli — è come fare stretching. È un passaggio di cui non vedi subito i risultati, ma serve ad ogni allenamento. Così accade anche mentalmente: ad ogni piccolo miglioramento, il successo può invertire il nostro modo pensare e creare.
La creatività — lontana dal richiedere doni e abilità rare — dipende da quanto si crede di poter fare con il talento e le capacità che già si hanno. E come scrive Annamaria Testa in uno dei suoi ultimi post:
le nuove idee nascono nella mente delle singole persone: per questo la creatività è, e rimane, un fenomeno squisitamente psicologico e individuale. Ovviamente, lo sviluppo delle idee creative, e la loro traduzione in ritrovati innovativi, è invece di norma un fenomeno che coinvolge gruppi, o intere comunità. Se osserviamo come funziona la mente delle persone che sanno praticare il pensiero creativo, eccoci all’intersezione fra creatività e flessibilità, intesa come attitudine psicologica e stile comportamentale.
In un mondo in cui gli errori sono la cosa peggiore che una persona possa commettere, è credenza comune credere che i geni creativi non falliscano mai. Nulla potrebbe essere più sbagliato. Diversi studi confermano proprio il contrario: i geni creativi sono molto prolifici per quanto riguarda i fallimenti — semplicemente non si fanno fermare dalle sconfitte. I colpi di genio non arrivano perché hanno più successo della altre persone, ma semplicemente perché fanno di più. Punto.
Per riassumere, alcuni consigli utili quando si affronta un nuovo progetto:
Completa progetti veloci e multipli al posto di un solo grande progetto per massimizzare il numero dei cicli di apprendimento.
Etichetta la tua prossima nuova idea come un “esperimento” e fai sapere a tutti che la stai solo testando. Più basse sono le aspettative degli altri, più il fallimento può portare all’apprendimento invece che a un danneggiamento della carriera.
Realizza un “failure résume” personale (come suggerisce l’autrice e educatrice Tina Seeling) dove mettere in evidenza le più grandi sconfitte. Le persone abituate a promuovere solo i propri successi lo trovano molto difficile.
Per approfondire l’argomento, suggerisco di leggere Creative Confidence di Tom & David Kelley
Per questa puntata è tutto.
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