Stai leggendo chissenefrega, la newsletter di spunti interessanti di cui potrebbe potenzialmente non fregarti niente. Mettiti comodo: questa puntata è ricca di contenuti.
Il mestiere di leggere, sui social
Lo ammetto: sono una book nerd. Ho una particolare inclinazione per la lettura e da qualche anno mi cimento in timidi esperimenti di scrittura. Qualsiasi attività che le riguardi entrambe mi attira quanto un’invitante coppa di gelato al cioccolato. Tant’è che quando Rupi Kaur ha annunciato i suoi live workshop, ho fatto un salto dal divano: finalmente qualcosa di interessante su Instagram. Ma non è di flusso di coscienza e re-editing di cui vorrei parlare questa volta (lo lascio fare a chi è del mestiere nell’intervista a seguire), ma lanciare una riflessione: Instagram diventerà il nuovo mezzo divulgativo per le realtà letterarie? Le sperimentazioni possibili sono ancora tante ma il test della New York Public Library sembra confermarlo, così come il fiorire di progetti e community indipendenti che ruotano intorno alla poesia e alla letteratura. Questo è l’internet che mi piace.
Fresh from the web:
Per chi ha piacere di svegliarsi e trovare, per prima cosa, il verso di una poesia. @poesiepercolazione è a cura di @paeoniesinmilan, su Telegram.
Tutti i giorni fino al 3 Aprile, dalle 9 alle 11, il poeta Franco Arminio risponde alle chiamate dei suoi follower e le racconta in un diario su Instagram. Qui c’è il suo numero di telefono.
Dubbi sul prossimo libro da leggere? Ci pensa Mavi Manisgallo a consigliarlo su @quandostozitta.
Su Instagram, la giornalista Laura Pezzino (@la_pezzino) ci porta alla scoperta di un poeta al giorno con l’iniziativa #ACasaConUnPoeta.
Focus on: Per quando torneremo
Intervista a cura di Amanda Lucia Fagiasi
Illustrazione di Martina Filippella per Il Cleb
Ho scoperto questo progetto come si scoprono tante cose su Instagram: per caso e tramite passaparola. Mi ha subito colpito il titolo, così intriso di speranza. Per quando torneremo è la nuova sfida de Il Cleb, un book club di Prato dedicato a libri scritti da donne. Sui social, le due founder Arzachena Leporatti, scrittice, e Sara Ruperto, creativa, pubblicano estratti dei libri che dimostrano che la scrittura di una donna è forte, attuale, intensa e che l’unico metro di giudizio deve basarsi sulla capacità tecnica o creativa di ogni autore. E sempre attraverso i social hanno promosso Per quanto torneremo, una pubblicazione digitale indipendente a cui hanno partecipato con poesie e racconti, per lo più inediti, autori da tutta Italia. Si può scaricare con una donazione che verrà destinata agli ospedali italiani per l’emergenza corona virus.
A testimoniare che soprattutto di questi tempi, l’unione fa la forza.
Com’è nata l'iniziativa?
Per quando torneremo nasce d'istinto in un pomeriggio di quarantena, in cui, dopo aver annullato il nostro workshop, abbiamo sentito l’esigenza di fare qualcosa. È stata una sfida e una scommessa: è il nostro primo prodotto editoriale indipendente, o antologia digitale, se così si vuole chiamare, e lo abbiamo confezionato in soli dieci giorni, fra selezione, letture, riletture, light editing, impaginazione e illustrazioni, che sono state realizzate da Martina Filippella. ll pensiero della solidarietà e della donazione agli ospedali è stata la base dell'idea e in soli quattro giorni abbiamo già raccolto 800 euro.
In un post avete raccontato che molto spesso le autrici donne vengono stereotipate. Quali sono le autrici che, secondo voi, scardinano fortemente questa idea?
Tutte le autrici, ognuna nel loro tempo, quando arrivano a una pubblicazione o a un riconoscimento, scardinano alcuni stereotipi. La difficoltà delle donne a farsi strada nel mondo dell'editoria e della narrativa alimenta lo stereotipo già presente, che ancora oggi subiamo quando leggiamo in libreria "narrativa al femminile", "romanzi rosa". Riteniamo che tutte le autrici siano rivoluzionarie in qualche modo, perché confermano l'idea che una donna non scrive cose da donna e per la donna, una donna scrive e basta. Proprio per questo, i libri che scegliamo per Il Cleb sono tutti scritti da voci femminili contemporanee, interessanti, intense, che propongono temi su cui si può instaurare una discussione a più livelli, alcuni dei quali molto profondi.
Il book club nasce nell’immaginario collettivo come un momento di incontro puramente femminile. In cosa possiamo ancora migliorare?
Ci hanno inculcato l'idea che ci siano libri da donna e libri da uomo; che i grandi autori uomini siano destinati a lettori uomini di un certo tipo e che le autrici donne scrivano per un pubblico femminile e che soprattutto i momenti di incontro per parlare di un romanzo siano momenti "da donna". Tra 40 iscritti a Il Cleb, ci sono, ad oggi, solo 3 uomini. Da qui, nasce il nostro obiettivo: riuscire ad avvicinare gli uomini alla lettura di romanzi scritti da donne, proprio per scardinare l'idea che la lettura e l'incontro intorno a un libro siano momenti femminili.
The Interview / Beatrice Cristalli
PPS: poesia e processo di scrittura
Beatrice Cristalli ha pubblicato con Franco Cesati un saggio dal titolo L’«invenzione» della colpa. L’antropologia leopardiana tra Zibaldone e Operette morali (2019). Tre di uno è la sua prima opera in versi (Interno Poesia, 2018). Fotografia di Samantha Faini.
Certe chiacchierate ti fanno entrare nell’officina creativa dove nasce la scrittura. Come quella che ho fatto insieme a Beatrice Cristalli, redattrice in editoria scolastica e autrice, che mi ha spiegato perché «scrivere significa sigillare un pensiero».
Che argomenti tratti maggiormente nelle tue poesie?
Mi interessa tutto quello che accade nell’abisso di ognuno di noi. Le paure, le domande, la ruminazione mentale ed emotiva. Sono tutti gli stimoli che ci fanno sentire vivi, anche se in un percorso sali-scendi. In questo periodo di “nuova” scrittura mi sto concentrando anche sulle emozioni negative, per esempio. Le considero una risorsa preziosa: è qualcosa che non riusciamo a gestire bene (per questo le rifiutiamo!), ma dice tanto di noi. Mi interessa questa storia, lunga come quella dell’uomo. Ciclica (sto bene-sto male-sto bene) e tremendamente autentica.
Processo di scrittura: cosa consigli a chi sta iniziando?
Consiglio di mettersi le cinture di sicurezza. Come ogni attività artistica vissuta a pieno, prevede un’oscillazione brusca e continua. Da un lato c’è una voce che ti ricorda che non avrai nulla di nuovo da dire, che non puoi dire nulla in quanto sigilli, con la scrittura, qualcosa (per sempre), che, soprattutto, non puoi dire nulla perché sei in un viaggio umano in cui nulla è certo, se non il tuo metterti sempre in discussione; dall’altro la spinta a condividere qualcosa per te importante, utile, intimamente rilevante. A guardare meglio queste pulsioni vedo sempre la stessa figura: un narciso. Tra la chiusura rassegnata e la traduzione immediata ci sta, come sempre, una terza via, che secondo me racchiude il percorso di scrittura. Trovare un equilibrio tra quello che senti, quello che dici, quello che corrisponde per forma e contenuto a qualcosa che hai vissuto dentro, il confronto continuo con chi legge, l’accettazione delle parole, l’ascolto introspettivo, la riscrittura, la “raschiatura” fino all’essenziale.
Quanto influisce la componente emotiva? C’è qualche pratica a cui ti dedichi?
La componente emotiva gioca un ruolo molto importante. Per essere creativa devo essere piena di energia, come un bicchiere pieno di acqua nuova, pulita. Per sentirmi così non pratico niente di particolare, la preghiera mi aiuta, per esempio. Ma per sentirmi creativa devo essere iperstimolata a livello cerebrale. Capita che mentre sto lavorando a qualche testo da redazionare, mi vengano in mente delle parole liriche; mentre cerco di sentire il suono della poesia, ho le intuizioni per risolvere alcune questioni lavorative. Da sempre questo è il mio processo creativo. Credo funzioni con la “distrazione”.
C’è uno scrittore emergente che consiglieresti?
Non è una scrittrice emergente (non credo proprio) e la sua identità è nascosta. Si fa chiamare “caropollo” e la seguo da anni su Tumblr. Dietro le cornici ironiche e da social si nasconde una storyteller profonda che parla della sua vita. Consiglio di andare a “rovistare” tra i post più vecchi.
Per questa settimana è tutto. Al prossimo appuntamento con chissenefrega.
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